Persuasione, conflitto e cambiamento: La difficile ma necessaria gara del clima e dell'ambiente di Ugo Morelli Archivio Sezione Hic et Nunc “L’assalto della persuasione contro la mente degli uomini è assai doloroso e impegnato in una difficile gara”. Nel quinto secolo avanti Cristo il filosofo Empedocle aveva così precisamente intuito quello che le scienze della mente avrebbero poi mostrato e che noi tutti sappiamo semplicemente pensando alla nostra esperienza. La persuasione, quel richiamo delle nostre convinzioni che diviene forza dell’abitudine, ci assalta da ogni lato e ci rende così impegnativo ogni cambiamento. Ce ne accorgiamo oggi che siamo impegnati nella più difficile delle gare: cambiare idee e comportamenti sulla nostra vita e sulle nostre abitudini, dare un altro senso all’abitare, al mangiare, al viaggiare, eccetera. Noi tutti nelle nostre realtà locali, ci sentiamo anzitutto impotenti rispetto a quello che stanno facendo a Copenaghen i grandi della terra per cercare di invertire la rotta e fare in modo che il pianeta sia ancora abitabile e vivibile. E invece non è così. Ecco come agisce, in maniera subdola e surrettizia la persuasione! Vivendo in Trentino e Alto Adige/Sudtirol dovrebbe essere più facile che altrove riconoscere che a livello locale e individuale si può fare molto per cambiare il corso delle cose su clima, ambiente, energia e vivibilità. Qui non si parte da zero. Se i livelli di azione sono tre, globale, locale e individuale, le scelte di governo locale con la partecipazione delle persone hanno fatto già cose importanti nel campo dell’ambiente, dell’energia, dei rifiuti, della tutela del territorio. Si tratta di partire da lì per andare oltre. Mai come in questo caso l’efficacia deriverà dalle azioni congiunte. E allora bisogna concentrarsi sui comportamenti individuali. Bisogna promuovere i vantaggi di un diverso modo di vivere. È proprio a livello individuale che la persuasione agisce più pesantemente, certo sostenuta dai comportamenti collettivi. Ognuno di noi sa quanto è difficile cambiare idea, proprio nei comportamenti quotidiani. Quello è il più importante punto di attacco del problema. Lì, allo stesso tempo, non ci sono alibi, ognuno di noi è responsabile. Se si fanno appelli ai capi del mondo a Copenaghen si tratta di fare appelli a noi stessi, qui ed ora. Se si dice a loro di pensare ai nostri figli a cui appartiene la terra e la sua vivibilità, nessuno dovrebbe essere ritenuto responsabile più di ognuno di noi per quello che riguarda i nostri figli. E allora educhiamoci ad investire in un impegno speciale: per cambiare bisogna andare almeno un po’ contro noi stessi; ognuno contro se stesso. Ogni giorno possiamo fare almeno tre cose che sembreranno contro noi stessi ma saranno per noi come poche altre. Alcuni esempi: usare l’autobus o il treno invece che l’autobus; usare le scale e non l’ascensore; rifiutare i sacchetti di plastica e ridurre e differenziare i rifiuti; mangiare meno carne, eccetera. Sono piccole grandi cose che confliggono con le nostre persuasioni attuali ma generano vantaggi incommensurabili per il presente e il futuro. |