LA MUSICA DEI LUOGHI E IL CUORE DEL MONDO Paolo Fresu e l’Orchestra Jazz del Bonporti di Trento Di Ugo Morelli. Archivio Sezione Hic et Nunc Se si voleva connettere i luoghi al mondo, le differenze di stili come fonte della bellezza musicale e la capacità di giovani musicisti con quella smagliante e unica di un grande artista come Paolo Fresu, non si poteva che fare la scelta che ha fatto il Conservatorio di Musica “Francesco Antonio Bonporti” di Trento. Al Teatro sociale si è svolto un grande evento artistico ed educativo insieme: questo dovrebbe fare l’educazione, aprire le mente, connettere i mondi, allargare le coscienze, far dialogare le differenze. E chi meglio del formidabile musicista jazz di Berchidda impersona meglio tutto ciò? Interprete appassionato della sua terra messa in dialogo costante col più meticciato e universale dei generi musicali, il jazz, capace di far risuonare nella sua musica i luoghi e il mondo, senza mai adagiarsi o ripiegare sugli uni o sull’altro. È stato così che Berchidda, un piccolo e bellissimo luogo della Sardegna è diventato, grazie a Fresu, la sede di uno dei più importanti appuntamenti internazionali per il jazz. C’è una magia nei luoghi, che vive alla luce degli sguardi e delle armonie del mondo e dell’inquietudine di una costante ricerca, ricca di risultati straordinari: la ricerca di Paolo Fresu, risuona costantemente di questi intrecci. L’idea di connettere questo patrimonio internazionale e italiano con l’Orchestra jazz del Conservatorio trentino diviene esemplare di quello che sarebbe necessario fare in ogni campo: vivere i luoghi guardandoli dal mondo e in questa prospettiva orientare l’educazione. In ogni campo, non solo in quello musicale. Combinare la didattica e la ricerca, artistica in questo caso ma vale per ogni ambito dell’apprendimento e dell’educazione, vuol dire aprire scenari inediti, fornire ai giovani opportunità e agli artisti fecondazioni con le sollecitazioni provenienti dai giovani e dalle discontinuità che loro sanno introdurre e proporre. L’intero programma della serata è stato incentrato su una carriera e una produzione d’artista coerenti con il senso dell’iniziativa. Kenny Wheeler, infatti, è un’artista di elevata versatilità e capace di esprimere linguaggi aperti e duttili. La sua storia artistica contiene un pluriverso di esperienze, di produzioni e di partecipazioni. Forse questa è una delle caratteristiche che lo accomunano a Paolo Fresu: il forte impegno e la tensione verso la ricchezza e la varietà delle esperienze, insieme ad una feconda generosità. Tra tutte le altre caratteristiche che accomunano la poetica di Fresu e Wheeler sembra importante segnalarne una che ben si connette con il concerto trentino del Teatro Sociale e con il senso dell’importante iniziativa: il valore inestimabile dell’improvvisazione e il ruolo della creatività. Si ha spesso un’idea dell’educazione e dell’apprendimento come noia e come fatica. Certamente ci vuole impegno e le difficoltà non sono poche in ogni percorso di apprendimento. È però inestimabile il valore della sperimentazione e della creatività nell’espressione di sé e nella crescita: qui la cultura trova una delle sue funzioni più specifiche per creare civiltà, per generare sensibilità, per favorire l’emancipazione individuale e sociale. L’Orchestra jazz del Conservatorio Bonporti comprende giovani studenti in corso e ex-studenti già diplomati. La loro combinazione con un grande artista come Fresu e con le musiche di Wheleer ha creato e crea una catena simbolica che è quella che dovrebbe esserci e agire in ogni società che voglia collegare il presente al futuro, facendo della crescita e dell’allevamento dei giovani uno dei principali obiettivi. Che tutto questo accada a Trento è un segno di valore e di civiltà. Che accada intorno alla musica e ad una ricerca di alto profilo è una via da valorizzare e approfondire e un’indicazione per chiunque abbia a cuore il valore dell’educazione e della formazione, per chiunque crede, come ha detto Paolo Fresu salutando il pubblico, che la creatività sia semina per il futuro. |