Ambiente: urgente una nuova cornice
Di Ugo Morelli Hic et Nunc "Non dobbiamo stare seduti ad aspettare, non siamo costretti ad accettare tutto nel silenzio e nell'indifferenza. Possiamo alzarci in piedi, fare qualcosa, usare il cervello e il coraggio". C'è un posto nel mondo che lei chiama casa? "No". Nel senso che tutto il mondo è la casa. Così si esprime Carola Rackete e pensiamo che le sue parole, come quelle di Greta Thunberg saranno prese sul serio. Perché? La ragione è che sono in verità. Aprono effettive contraddizioni e lo fanno con azioni concrete, costose e responsabili: come chi risponde, cioè, in prima persona parlando dal posto in cui si è. Questa è in fondo l’effettiva natura dell’etica della prassi. Di questo abbiamo bisogno mentre sappiamo da Nature che il totale attuale e in aumento di 846 miliardi di tonnellate di CO2 non permette di contenere il riscaldamento del pianeta a 1,5 gradi sopra i livelli preindustriali, prospettato dall’accordo di Parigi; che la temperatura ha toccato i 45, 9 gradi in questi giorni in Europa; che le cozze si cuociono nel loro stesso guscio lungo le coste della California. Allora possiamo fare come Donald Trump, il quale magari concluderebbe che in quel modo si risparmia di cuocere le cozze prima di mangiarle, o come Carola e Greta. Ci vuole coraggio per costruire un nuovo racconto e poche realtà possono essere in grado di farlo meglio di Trento e del Trentino, avendo non poche carte in regola costruite nel corso dei decenni passati. Discutendo con gli ultimi tre sindaci della città di Trento il libro “La Trento che vorrei”, presso The Hub, a Trento, è emersa come necessaria e urgente una nuova cornice che Trento e il Trentino sono in grado di esprimere. A partire dalla semplice e elementare constatazione che oggi l’ambiente conviene. È difficile trovare un tema più attuale e denso di contraddizioni come quello della sostenibilità ambientale e dell’urgenza di un’economia circolare, nel tempo attuale. Il tema aspetta realtà comunitarie che siano capaci di intercettarlo e tradurlo in prassi, contro l’indifferenza dominante. Quell’indifferenza va però analizzata e compresa. La sensibilità sulle questioni ambientali si accompagna all’indifferenza, infatti, ma è diffusa ed elevata. Anche se poi resta imprigionata nella forza dell’abitudine e della dissolvenza delle emozioni e dell’attenzione, non appena la palude della consuetudine si ricompone sulle urgenze eventuali che si manifestano sempre più spesso, come è accaduto per la tempesta Vaia. È urgente e necessario dare voce a quell’incertezza con un disegno politico. Mai, probabilmente, il livello politico è stato più urgente. È però indispensabile uscire dal tiepidume che lascia terreno e spazio a scelte che negano e negheranno il futuro alle generazioni giovani e ai nostri figli. Ci vuole un coraggio attivo che si traduca in scelte e progetti concreti, visibili e ben comunicati. L’opportunità per Trento e il Trentino di interpretare la svolta epocale nella quale siamo attende di essere colta. |