L'educazione avvicina, non separa
Di Ugo Morelli Hic et Nunc Lo spazio pubblico, che cos’è? Non è solo lo spazio di tutti in quanto non è di proprietà di nessuno, ma è anche il luogo dell’educazione alla civiltà grazie al dialogo. La piazza, l’agorà, è il luogo dove è nata la democrazia; è lì che si crea la democrazia sostanziale ed emergono le condizioni della convivenza civile. Da qualche tempo siamo impegnati a riflettere sulla funzione educativa degli spazi pubblici e, in particolare dei parchi gioco, giungendo alla conclusione che non solo debbano essere potenziati, ma debbano diventare Parchi Gioco Evoluti, in quanto capaci di presentare la coscienza dei luoghi e di favorire il dialogo tra bambini e con gli adulti, se concepiti e progettati in modi innovativi e non solo standardizzati e ripetitivi. Se lo spazio pubblico è di tutti, il ruolo di chi governa è promuoverne l’accessibilità, non stabilire criteri di priorità per chi li frequenta. Così come il ruolo dell’educazione è rimuovere gli ostacoli alla crescita e alla convivenza come richiede la nostra Costituzione. Allora pare proprio un gesto educativo coerente e adeguato quello che hanno fatto bambini e insegnanti dell’Istituto comprensivo 6 di Trento, producendo il video “Altalena”. Quando il confronto si fa aspro devono valere le regole di base. Dobbiamo educare alla convivenza e non all’esclusione, stabilisce la Costituzione italiana. Se educare alla convivenza è un atto politico, è bene ricordare che non vi sono atti educativi che non siano politicamente ispirati, e l’ispirazione della nostra comunità nazionale e locale è quella costituzionale. Tra l’altro, curiosamente, “altalena” viene dal latino “tollo” che vuol dire alzare. L’etimologia che consente di capire l’origine delle parole, si sa, non può essere materia di attenzione per chi mostra di avere qualche problema con la grammatica e l’ortografia. Ma educare vuol dire tirare fuori il meglio da ognuno alzando il livello dell’autorealizzazione e della civiltà. In attesa degli “approfondimenti” dell’assessore Bisesti che intende fare chiarezza sulla canzone “Altalena”, la domanda che ogni genitore trentino dovrebbe farsi è se vuole preparare per i propri figli un mondo basato sulla convivenza e il dialogo, o un mondo fatto di esclusione e segregazione con spazi separati in base alle origini etniche e culturali. Il punto di vista da assumere dovrebbe essere quello dei bambini. Una pedagogia civile dovrebbe tendere a favorire la crescita di cittadini liberi e coscienti nel pensare: gli spazi della convivenza sono fondamentali per questo scopo. Bisognerebbe allora riordinare le idee e cercare di non replicare la favola di Fedro sull’agnello e il lupo. Per chi non la ricordasse, lungo un torrente che scorreva in discesa il lupo che era più in alto accusava l’agnello che stava più in basso di intorpidirgli l’acqua: un pretesto per divorarlo. Gli educatori hanno fatto il proprio mestiere reagendo a chi di fatto aveva proposto di creare spazi segreganti. |