Carenza di immaginazione e selezione avversa
Di Ugo Morelli Hic et Nunc Sarebbe bene che tutti leggessero con molta attenzione le dichiarazioni del Segretario generale della CGIL Trentina, Franco Ianeselli, a proposito della sua rinuncia alla candidatura a Presidente della Provincia Autonoma di Trento. La “malattia” di cui parla Ianeselli ci riguarda tutti perché è il sintomo evidente di una deriva che coinvolge tutto il Trentino e non solo la coalizione di centro-sinistra in dissoluzione. Con lo spirito di contribuire a capire, condizione indispensabile per cercare di cambiare, ci sono due questioni che si possono porre: una riguarda l’immaginazione e l’altra la selezione avversa. Nella diatriba penosa delle coalizioni e delle candidature, da ogni lato quello che manca è una programma che contenga in modo semplice e chiaro una visione del Trentino in questi tempi difficili. Non si riesce a immaginare, come almeno in parte in passato è stato fatto, un Trentino del presente e del futuro. Non ve ne è traccia. Eppure è imparando a “immaginare altrimenti” che noi siamo diventati e diventiamo umani. Così come una pietra divenne uno strumento grazie all’immaginazione, allo stesso modo abbiamo proceduto e di fatto procediamo anche oggi. A fronte di un Trentino rinchiuso nei pregiudizi, rattrappito su tradizioni svuotate e isolato dai processi globali e europei, non si profila l’immaginazione di alcun nuovo racconto, le cui condizioni ci sarebbero tutte, se ci fossero gli occhi per vedere. Ma quegli occhi sono divenuti miopi e retroversi. La liberazione degli umani comincia con la capacità di immaginare altrimenti, sia dai vincoli della natura, sia dai limiti della specie. Oggi che avremmo bisogno di immaginare un modo inedito di stare sulla Terra e modi inediti di valorizzare le distinzioni del Trentino e della sua autonomia, il piatto dell’immaginazione piange e c’è chi lo occupa con agio per l’incapacità di esprimere un progetto e un racconto innovativi. Chi occupa il piatto a queste condizioni? Un grande economista, G. A. Akerlof, ci dà una mano a trovare la risposta. Del resto l’intuizione l’aveva già avuta Thomas Gresham secoli prima, sostenendo che, in certe condizioni, la moneta cattiva scaccia la buona. Un teorema di Akerlof, quello della selezione avversa, chiarisce che si possono creare condizioni per cui in un sistema, in una società, si inneschi un meccanismo difficile da arrestare per cui si scarta il meglio. Selezionare in italiano ha almeno due significati: scegliere e scartare. Ebbene quello che può accadere e che pare stia accadendo in Trentino, è che si il processo di degrado in atto porti a fare in modo che il meglio che potrebbe assumersi l’impegno di immaginare e realizzare un programma quanto mai necessario, si scarti per senso di responsabilità e perché non vede le condizioni per poter incidere, o sia scartato dalle dinamiche in atto. Così è, se vi pare.
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