Lavoro insicuro
Di Ugo Morelli Hic et Nunc Che il lavoro sia in pezzi trascinandosi con sé, per molte persone, lo stesso senso e significato della vita è un fatto così evidente che rischiamo di ritenere persino scontato continuare a parlarne. Ma di lavoro non solo non si vive, oggi, ma si muore o si rischia costantemente la vita e la salute. I due gravi incidenti in Villa Lagarina e gli incidenti mortali a livello nazionale lo mostrano con i fatti. Unitamente alle tragedie evitate solo per un caso, come è accaduto qualche giorno fa alle acciaierie di Borgo Valsugana, dove si è rischiato lo sversamento di una colata di acciaio sugli operai. Su questi ultimi rischi il sindacato ha reagito con uno sciopero, ma tutto ciò non sembra aumentare la sensibilità sociale e collettiva sul problema del lavoro, della sua qualità e della sua sicurezza. Non solo la precarietà, quindi, affligge l’esperienza umana del lavoro, ma anche i rischi per la salute e la sicurezza. Quei rischi in un numero troppo elevato di volte si traducono in incidenti che spesso sono mortali. C’è una tentazione da evitare in tutti questi casi: quella di ricorrere alla spiegazione della fatalità. Dovremmo sapere che il destino non esiste e che si tratta di una falsa spiegazione alla quale ricorriamo quando non vogliamo assumerci le nostre responsabilità. In ognuno degli incidenti, come pure in quelli degli ultimi giorni, è evidente l’incuria rispetto ai fattori di sicurezza, e questo pone un problema di rispetto delle regole, ma anche di salvaguardia, non solo della salute, ma della dignità umana. Il valore e il significato del lavoro sono in crisi da tempo. Una crisi osservabile persino a livello di dinamiche accademiche, laddove le discipline come il diritto del lavoro, la psicologia del lavoro, o l’economia e la gestione del personale sono ridotte ai minimi termini. Uno degli specchi di quello che accade nella società. Una tenaglia, in particolare, pare agire senza tregua. Da una parte l’evoluzione tecnologica che riduce vistosamente l’esigenza di forza lavoro umana; dall’altra la progressiva perdita di potere dei lavoratori che si combina chiaramente con la disuguaglianza sociale crescente. La forbice tra la ricchezza e la perdita di potere d’acquisto dei salari non è mai stata così ampia come in questi anni. Gli incidenti, inoltre, tendono a emergere e a verificarsi laddove più si combina precarietà e insicurezza. L’ennesima prova che il lavoro come fonte di dignità e di riconoscimento individuale e come fonte di orientamenti di valori a livello collettivo non rappresenta un punto di attenzione e di azione nelle società in cui viviamo. |