Una conversazione sul "comune" a partire dal pane. Predrag Matvejevic e Ugo Morelli a Euromediterranea a Trento

Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc


SENZA PANE? EUROMEDITERRANEA E IL VALORE DEL PANE

Le genti trentine e altoatesine non hanno la tradizione del grano. Nei secoli hanno affrontato e risolto le proprie esigenze alimentari soprattutto con il granturco e la segale. Le aree abitate dell’arco alpino erano adatte a quelle colture. Ancora oggi la tradizione locale del pane si esprime per quelle vie, ma la farina di grano è divenuta anch’essa fonte del pane e di altre pietanze nelle abitudini alimentari. Attraverso la storia del pane si può scrivere la storia dell’umanità e guardare in controluce ogni storia locale. Euromediterranea, l’iniziativa che ha preso le mosse in questi giorni a Trento, sarà anche l’occasione per riflettere su questo compagno di strada della storia della donna e dell’uomo, il pane, appunto. “L’umanità è nata senza pane e può scomparire perché non ne avrà più”. Così Predrag Matvejevic conclude il suo percorso narrativo nel libro Pane nostro, appena pubblicato da Garzanti. Proprio Matvejevic proporrà sabato prossimo a Trento le sue riflessioni sul pane. Si tratterà di una delle tante tessere di un mosaico, o meglio sarebbe dire di un “retablo” che nella tradizione spagnola indica una composizione di figure diverse, quale Euromediterranea intende essere. Un’occasione per guardare la storia da alcuni dei suoi punti di intersezione. Si tratta di punti anche discreti, a volte umili, ma, un po’ come accadeva per le microstorie di Carlo Ginzburg, capaci di illuminare anche la cosiddetta grande storia. Certamente un’occasione per riflettere su quella unità molteplice che è il Mediterraneo insieme ai paesi che a nord e a sud su di esso si sporgono o gravitano. Una integrazione di differenze che a saper ascoltare e vedere è la nostra casa comune. Assumendo ognuno dei punti di osservazione che l’iniziativa propone e leggendone il programma si può intraprendere un cammino originale e affascinante per capire chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando. Il pane è senz’altro uno di quei punti di osservazione, di quei valori comuni che non hanno bisogno di molte parole. Se ognuno di noi si ascolta può facilmente scoprire di avere una propria storia con il pane. Non solo. Può verificare come quella storia si connetta agli altri luoghi che ha visitato e riconoscere i fattori accomunanti nella differenza. Ascoltando le nostre e le altrui storie e riflettendo intorno al pane possiamo trovarne le tracce nella storia profonda e in quella attuale, nella poesia e nella letteratura, nel costume e nel commercio. Possiamo capire il valore del sacrificio e quello dei riti che accomunano e differenziano i popoli. Basti per tutto sapere che la radice sanscrita Pà e il verbo pati danno vita sia a “padre” che a “pane”. Un modo per riflettere sulla radice di noi stessi e sullo straordinario gioco di unità e differenze che connette ogni cultura locale alla cultura del genere umano.