Vento di libertà

Di Ugo Morelli


Hic et Nunc


immagineL’ordinanza della Corte d’appello di Trento ha tanti risvolti e tante implicazioni. Due tra tutte le altre meritano, forse una particolare attenzione. Nell'ordinanza, com’è noto, si stabilisce il principio dell'"assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione cui si sia fatto ricorso all’estero, rispetto al diritto del minore al riconoscimento dello status filiationis nei confronti di entrambi i genitori che lo abbiano portato al mondo, nell’ambito di un progetto di genitorialità condivisa". Al centro viene posta, quindi, la vita dei bambini e il loro diritto ad essere riconosciuti e curati nella crescita. Allo stesso tempo la genitorialità, se condivisa, prescinde dal genere inteso solo secondo una prospettiva fissa e monolitica quale è la divisione maschio e femmina. Siamo fatti di corpo e di mente e il valore della biologia e della genetica non può prevaricare l’evidenza che sono la relazione e i comportamenti a costituire la base di quello che accade nella storia individuale di ogni bambino. Persone si diventa e ciò accade principalmente nel processo di individuazione che è frutto delle relazioni che ognuno vive, soprattutto negli affetti primari. Così come vi sono genitori naturali che risultano alla prova dei fatti cattivi educatori e addirittura fonte di violenza verso i minori, possono esservi persone in grado di stabilire relazioni particolarmente belle ed efficaci per la crescita di un bambino. In questo senso il concetto di caregiver risulta particolarmente pregnante di significato e molto interessante. Chi si prende cura di un bambino è il suo riferimento e rappresenta la base sicura del suo attaccamento. Accanto a questo aspetto di particolare rilevanza, vi è il riconoscimento di quella che può essere la premessa di un avanzamento di civiltà: il superamento della corrispondenza fissa tra sesso e genere. Mentre il primo è impresso con l’atto della gestazione, il genere si forma nelle relazioni che si vivono in un contesto culturale e può esprimersi con una pluralità di manifestazioni che vanno decisamente oltre la riduzione binaria a maschio e femmina. Il genere nella stragrande maggioranza è stabilito dai poteri discorsivi e comunicativi che accompagnano ogni crescita e che portano al prevalere di un orientamento e all’esclusione di altri. Il tutto è governato dai codici affettivi, quella specie di numero di identificazione personale, con cui ognuno di noi accede al proprio mondo interno e a quello degli altri, con cui ci sentiamo quello che siamo e gli altri, almeno in parte ci riconoscono. Aver posto un giudizio di libertà sulla possibilità di vivere la relazione primaria con due bambini, oltre la biologia e la genetica, sposta finalmente l’attenzione su ciò che conta per essere e divenire se stessi in una relazione di crescita.