I tunnel dell'Io e Noi

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc


Non che avessimo ancora bisogno di prove, ma gli occhi impauriti del giovanissimo kamikaze fermato in Iraq e le dichiarazioni di pentimento del distruttore di Timbuctu meritano una considerazione e un approfondimento. Da quale sonno o sogno si svegliano quelle persone? Come hanno fatto a giocarsi l’esistenza in un progetto di cui loro stessi mostrano di avere terrore? Viene persino da chiedersi, paradossalmente, se sono sempre loro. Quando si dice: padroni di noi stessi! È difficile, molto difficile, sostenere l’ipotesi di essere, noi, in grado di controllare le nostre scelte al cento per cento, in ogni campo della nostra vita e soprattutto quando l’intensità emozionale di una scelta è molto elevata. Facendoci aiutare dai casi estremi riguardanti i comportamenti distruttivi, in cui agisce che cosa impariamo dal dissolversi improvviso dell’illusione tragica che avrebbe portato, e purtroppo spesso porta, alla violenza praticata come catarsi? Impariamo che intuizione, illusione e razionalità si mescolano, a volte inconsciamente, nel determinare i nostri comportamenti e le nostre scelte. Entriamo in veri e propri “tunnel dell’io”, e non solo non vediamo intorno a noi , ma vediamo solo quello che ci siamo messi in testa, senza accorgerci di quello che stiamo facendo accadere. Ogni tanto ce ne accorgiamo prima, spesso no. La cosa ci riguarda da vicino, più di quanto siamo disposti ad ammettere. Verso la fine di questa estate e, in pochi mesi, ad esempio, ci ritroviamo con un patrimonio storico fondamentale per le società locali, come la cooperazione, di cui è perfino difficile definire sorte ed evoluzione. Eppure la deriva in corso dipende dalle scelte fatte nel corso del tempo, tra illusioni di gigantismo, imitazioni del neoliberismo e scarsi investimenti in innovazione delle competenze e dei processi. Ci svegliamo ora da quel tunnel come se quanto sta accadendo fosse l’esito di un destino o solo di cause esterne. Ma non è così. Anche se è difficile, per chi le ha fatte, vedere nelle proprie scelte sbagliate la causa di quello che sta accadendo. Come prendere decisioni giuste è una questione non facile. Per nessuno. C’è però una razionalità ecologica, legata cioè al rapporto tra l’intelligenza situata e la sensibilità al contesto e alla storia, che può aiutare. L’illusione di perseguire modelli altri è stata fuorviante nel caso della cooperazione. Ci si è mossi attratti da vie improprie trascurando l’impegno a far evolvere, innovandola, la via propria. L’intelligenza, contrariamente a quello che si pensa, non è una cosa astratta come un numero, tipo il QI (quoziente di intelligenza), ma somiglia molto più alla silenziosa conoscenza di un falegname che sa quali strumenti usare e quando e come usarli.