Il valore delle differenze

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc


Sarebbe importante comprendere perché le differenze fanno così paura, al punto da pensare di sottrarre i propri figli all’educazione all’apertura verso le diverse e molteplici forme della vita. E dire che la vita è proprio fatta di differenze che generano differenze. Si capisce che il consueto rassicura e ne abbiamo anche evidenza scientifica. Ma si tratta di uno dei vincoli più rilevanti del funzionamento della mente umana. Quando quel vincolo è appoggiato su credenze e non sulla realtà, può finire male, nel senso che le credenze possono impedire di vedere e comprendere la realtà. Facciamo un esempio: se un bambino crede che la mamma a una certa ora della sera torni a casa, si genera una corrispondenza effettiva e corretta fra l’intenzione, l’aspettativa del bambino e la mamma, che esiste realmente e che tornerà a casa. Se però quel bambino crede che arrivi la befana, quella corrispondenza fra credenza, e aspettativa ha sì un contenuto, ma non ha un oggetto, perché la befana non esiste. Ora abbiamo ampie prove non falsificate del fatto che esiste un pluralismo di genere e che, mentre i sessi sono due, dal punto di vista del genere e, soprattutto dei codici interiori e relazionali con cui esprimiamo la nostra affettività e le nostre emozioni, noi siamo plurali. Abbiamo prove evidenti che l’omosessualità è una delle tante vie di espressione di sé e della propria affettività, e non si giustifica da nessun punto di vista la negazione di tutto questo, se non sulla base di credenze ideologiche dure a morire, ma false. Come falso era che il sole girasse intorno alla Terra, anche se in nome di quella falsità molta gente è stata mandata al rogo e uno dei più grandi scienziati, Galileo Galilei, è stato costretto ad abiurare per non fare la stessa fine. Questa situazione è molto vicina ad altre in cui, in questo nostro tempo, le persone sono molto più avanti di coloro che le rappresentano negli organismi di governo e che, come accade per l’omofobia in Trentino, chiedono il diritto alla non partecipazione alle attività educative contro l’omofobia, esprimendo tra l’altro sfiducia nei confronti degli insegnanti e di quello che potrebbero fare sul tema. Rimane la rilevanza della questione: educare all’affettività e alla sessualità oggi è decisivo, e ancor più lo è educare contro ogni discriminazione. Siamo a un cambio di civiltà e la differenza è un valore a cui tendere e a cui educare in ogni campo. Dall’esperienza affettiva e di genere, a quella del dialogo tra le culture fino alla biodiversità. “Chi non cambia mai idea è come l’acqua stagnante, alleva rettili nella testa”, ha scritto William Blake. Conviene dargli ascolto.