Ogni terra è patria
Di Ugo Morelli. Hic et Nunc Ogni terra è patria alla donna e all’uomo. O forse dovremmo dire “matria”. Anche se troppo spesso diventa matrigna. Ora una patria, come una madre, accoglie e nutre. Come tale dovrebbe agire, e allo stesso modo dovrebbe essere amata. Non amiamo la terra in cui nasciamo, se non a parole, visto come, almeno finora, l’abbiamo utilizzata e spesso distrutta. Allo stesso tempo ce ne sentiamo gli esclusivi padroni, fino a murarla e recingerla; fino ad escludere chi riteniamo non ne sia figlio. Mentre si costruiscono muri, non tutti gli occhi sono indifferenti. Mentre la maggioranza tace o se la cava con un’alzata di spalle perché la festa continui, c’è anche a livello locale, chi ci aiuta a riflettere, se ci disponiamo ad ascoltare. Ad esempio il Centro Culturale di Dro ha in corso un’iniziativa che si svolge lungo un mese di tempo e che si intitola, appunto, Homeland. Tra mostre di libri per ragazzi sul tema delle migrazioni e della multiculturalità, incontri e rassegna cinematografica, si sta creando una impegnativa e importante occasione di confronto e dialogo. Alla Galleria Civica di Trento vi è l’esposizione delle opere di Stefano Cagol, l’artista trentino che ha oggi ampi riconoscimenti a livello internazionale. L’opera di Cagol ci porta, forse, più di altri percorsi, al centro del problema. Noi facciamo fatica a creare collegamenti, nel tempo della comunicazione smart e della carenza di riflessione. Se ci chiediamo che rapporto c’è fra l’ecologia, l’energia, gli spostamenti di popolazione e le guerre, non sempre sappiamo rispondere. Eppure ci sono poche questioni più interconnesse di queste. Partendo dalle guerre cosiddette locali, che oggi configurano una nuova guerra mondiale sotto inedita forma, e da quelli che in certi casi sono autentici stermini, esse sono alla base degli esodi migratori. Non solo, quelle guerre sono strettamente connesse all’appropriazione diseguale di fonti energetiche. Queste ultime sono, a loro volta, il fondamento del modello di sviluppo basato sullo sfruttamento di persone e risorse, incondizionato e senza limiti, dominante oggi. Ebbene Cagol riesce a cogliere con i suoi lavori esteticamente essenziali e formalmente impeccabili, con leggerezza a volte tagliente, queste interconnessioni. Abbiamo bisogno di pensare e ripensarci, mai come in questo tempo. L’arte ci può aiutare; la letteratura ci può aiutare, il cinema ci può aiutare. Un ultimo esempio di rara bellezza e di forza espressiva è la mostra di Giuseppe Penone al Mart. Una vera e propria occasione per pensare a noi che viviamo in questo tempo difficile, cercando la misura per abitare una terra che è di tutti, e che rischia di essere di nessuno. |