Pensare e vivere la città

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

C’è un luogo a Trento, la Libreria Einaudi, dove un giovane libraio garantisce alla città una importante e costante occasione di aggiornamento. Umberto Eco, di cui tutti oggi parlano, ci aveva sempre detto che il libro e la rete non erano in contrasto e che il dialogo tra l’umanesimo e la tecnologia sarebbero stati la garanzia di un avvenire degno di essere vissuto. Quel giovane libraio era domenica sulla copertina del Corriere del Trentino e con coraggio e chiarezza ha detto quanto dice da tempo ai suoi clienti: piazza Mostra, dove è la sua libreria, sta morendo. Quel giovane libraio merita ascolto. Nel paesaggio urbano di Trento quella piazza può essere un gioiello di vivibilità e oggi è un “buco” urbano. L’interramento di via dei Ventuno era un sogno del Sindaco Goio appena scomparso. Una bellissima visione, la sua. Rimasta tale, per ora. È possibile però iniziare da meno. E il meno è l’inizio del possibile. Non ci vuole molta immaginazione per pensare quella parte della città in modo diverso da un presente che peggio di così non potrebbe essere. Non è solo quella piazza il problema per valorizzare un centro storico di rara bellezza. Ma quello potrebbe essere un inizio capace di sviluppare un disegno progressivo. Innanzi tutto le automobili parcheggiate e la loro oppressiva presenza. Si tratta di pochi posti auto che non cambierebbero di molto l’accessibilità in città. L’interesse egoistico di uno sparuto numero di residenti, per quanto influenti, non può essere anteposto alla civiltà, alla vivibilità e all’economia di una piazza di fronte al Castello del Buonconsiglio. Pare, dalle dichiarazioni di residenti interessati ai parcheggi, che non ci sia neppure la loro opposizione. Allora davvero ci si chiede perché non si pensi alla città come un luogo da vivere. La recente riforma urbanistica, mentre riconosce l’importanza di azzerare il consumo di suolo, mette la valorizzazione dei centri storici a priorità. Se ci si chiede cosa vuol dire valorizzare i centri storici, non è difficile comprendere come la cosa più rilevante sia la loro articolazione in compresenza di una molteplicità di espressioni, dal commercio alla cultura, dall’accessibilità alla vivibilità per i residenti. In particolare in luoghi a valore altamente simbolico la presenza oppressiva di automobili è davvero una contraddizione inaccettabile. Se poi si aggiunge il valore storico dei luoghi l’impasse nell’affrontare e risolvere la questione sfiora l’incomprensibilità. Come ogni trentino che ama la città, allora vorremmo che fosse possibile passeggiare, ascoltare musica, bere un caffè, acquistare un libro, leggere il giornale e conversare in piazza Mostra.