Memoria e futuro

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

Il dovere della memoria può sfociare in paralisi del pensiero. Dall’ultimo libro di Alain Finkielkraut possiamo trarre un’importante lezione per la nostra situazione attuale in Trentino. La sola esattezza è il titolo, e si ispira a una citazione di Charles Péguy: “Essere in anticipo, essere in ritardo, che inesattezza. Essere puntuali è la sola esattezza possibile”. La domanda per noi diventa: siamo puntuali all’appuntamento col presente? Se si considerano i fattori più rilevanti, ci sono non pochi punti critici da tenere presenti. Limitandosi soltanto a questioni come la Cooperazione, il turismo e la cultura, non è difficile riconoscere fattori di preoccupazione. Quei fattori critici sono accomunati da un eccessivo peso della consuetudine e dell’abitudine sull’esigenza di cambiare e innovare. Si pensi a cosa sta accadendo nel mondo delle imprese cooperative in ogni settore e, in particolare nel credito. La capacità di risposta alla crisi si è dimostrata e si dimostra più che debole, confusa. Tra attese di indicazioni o di decretazioni da parte degli organismi di controllo o del governo, si susseguono ipotesi e smentite disorientanti, per la base sociale e per gli utenti. Alle responsabilità per aver fatto scelte non sempre coerenti con le logiche statutarie e la distinzione cooperativa, si aggiunge oggi una difficoltà strategica e operativa e problematiche importanti riguardanti la collocazione nazionale ed europea della cooperazione trentina. Il turismo vive una fase di stallo che subisce gli andamenti alterni delle stagioni e dei mercati, più che avere una valida capacità di strategia per stare nei mercati profondamente cambiati. Ad apparire distanti dall’appuntamento col presente sembrano soprattutto gli imprenditori del settore. I sistemi locali mostrano un ancoraggio verso i modelli operativi precedenti e una disattenzione alle competenze professionali e all’innovazione, che si configurano come un grande vincolo. Nel campo dell’offerta culturale gli investimenti sono stati e sono elevati ma ad essere carente è un disegno che integri l’offerta e la coordina in base a priorità e a differenziazioni. Le concessioni alla cosiddetta tradizione sono ancora diffuse e spesso prevalgono, non cogliendo il valore principale della cultura che sta nell’emancipazione delle popolazioni residenti verso livelli più estesi e ampi di conoscenza e sensibilità. Come non è difficile constatare l’appuntamento col presente, che è la base di ogni futuro possibile, attende ancora di essere onorato. E i tempi corrono veloci. Una buona connessione tra memoria e futuro è quello che serve, non subordinando il secondo alla prima.