Scegliere il futuro
Di Ugo Morelli. Hic et Nunc Pur nella piena calura agostana, capita che si incontrino genitori e figli che cercano di definire le scelte scolastiche e formative. L’incertezza è elevata e ognuno vorrebbe almeno un’indicazione rassicurante. Se c’è un campo in cui ogni minima pratica certezza dipende solo dalla buona gestione dell’incertezza, questo è oggi l’investimento in educazione e formazione. Più che la meta bisognerebbe avere in mente la ricerca di una direzione possibile, e guardare a ogni scelta come parziale e tale da collocarsi lungo un percorso di formazione continua che forse durerà tutta la vita. In particolare è importante considerare che le opportunità, nelle realtà locali come le nostre, non stanno solo nelle cosiddette cose pratiche del presente, ma possono derivare dall’investimento in pensiero e immaginazione, in cultura approfondita e in un superamento della scissione delle due culture, quella tecnica e quella umanistica. Come si alimenta la creativa immaginazione? Pare che ci voglia sia un certo vuoto, un’assenza o almeno una distanza dal presente ordinario, sia un bisogno di conforto, di qualcosa che sia vissuto come accessibile e raggiungibile, impressionabile, interessato, possibile da trattenere. Se è dalla creativa immaginazione che nasce il pensiero, tuttavia non si pensa da soli. Lo spazio comunitario che è dentro ognuno ci permette di entrare direttamente in comunicazione con le molteplici relazioni intenzionali manifestate dagli altri. Questo, a sapersene accorgere, è forse uno dei principali valori della tradizione cooperativa. Quello spazio rappresenta una formidabile spinta per lo sviluppo delle forme più articolate e sofisticate di intersoggettività. Aiuta, inoltre, a tollerare il vuoto, la distanza, l’assenza, che sono all’origine del pensiero e del pensare. Se la formazione, intesa come sostegno alla messa in forma di se stessi e dei mondi della vita, ha una funzione, essa è senz’altro riconducibile allo sviluppo della capacità di pensare. Accedere al vuoto o, perlomeno, ridurre le difese da esso, e favorire la raggiungibilità di un risultato, la sua riconoscibilità e la sua praticabilità, sono funzioni proprie del lavoro formativo. Se al principio occorrono almeno due persone per pensare - così come il presupposto della nascita del pensiero nel bambino è una madre che pensa il bambino e per il bambino - allo stesso modo la formazione si propone come un sostegno alla capacità di pensare e elaborare le trasformazioni di sé, delle relazioni e delle proprie forme di vita. Scegliendo, quindi, si pensi non solo alla tecnica ma alla capacità di pensare, che è anche alla base del buon uso della tecnica. |