Paesaggi per vivere

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

"Tiqqun 'olam” תיקון עולם, Riparare il mondo. Questo è il tema del Festival della letteratura ebraica in corso di svolgimento a Roma. “Fotografia, territorio, paesaggio”, è il titolo del terzo numero dei Quaderni del paesaggio trentino, curato da Vittorio Curzel e Beppo Toffolon. Uno stretto rapporto lega questi temi a quella che, insieme alla convivenza tra popolazioni e culture diverse, è forse una delle questioni più importanti del nostro tempo. Se la convenzione europea riconosce che “il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita”, il problema con cui confrontarsi sta tutto in una risposta data da una persona intervistata sul paesaggio nel corso di una ricerca citata nell’ampio e approfondito saggio di Vittorio Curzel: “Paesagio? Che sapia mi, qua no ghe ne xe”. Continuiamo a identificare il paesaggio solo come il luogo eccezionale, bello, leccato, separato dal resto, da fotografare, da contemplare, da presentare agli amici nelle serate dopo i nostri viaggi. La trasformazione culturale necessaria e richiesta dal tempo che viviamo è bene che parta da un esame di realtà della situazione attuale. Noi dobbiamo proprio renderci conto che in molti campi abbiamo guastato il mondo. Allo stesso tempo dovremmo avere il garbo di disporci a ripararlo. E questo compito non si riuscirà in nessun modo ad affrontarlo solo con leggi e decreti. Ci vuole una profonda trasformazione dei comportamenti e delle culture. La partecipazione e la responsabilità rappresentano un impegno indispensabile, e non vengono dal nulla, ma solo dall’educazione e dal cambiamento culturale. Il quaderno dell’Osservatorio del Paesaggio Trentino, diretto da Giorgio Tecilla, nasce da una partnership con Italia Nostra e mostra uno spaccato storico e attuale, attraverso il fondamentale ruolo della fotografia, del valore del paesaggio in Trentino, ma anche dei problemi che si sono generati nel tempo. Di particolare importanza risultano i servizi fotografici di importanti fotografi trentini che evidenziano gli interventi umani che negli ultimi decenni hanno impresso una profonda trasformazione al paesaggio. Una parte non piccola di quegli interventi sono stati particolarmente distruttivi sia della configurazione territoriale che dei tratti distintivi della storia e dell’antropologia dei luoghi. A fare da motivo conduttore delle trasformazioni e dei problemi connessi pare esservi sempre la separazione tra luoghi e spazi ritenuti da conservare e ambiti territoriali in cui si è fatto un poco di tutto con criteri spesso improvvisati e comunque incoerenti. A quella separatezza bisogna porre rimedio, riconoscendo che il paesaggio è il luogo e lo spazio della nostra vita. Riparare il mondo, insomma, vuol dire cambiare idee e comportamenti su noi stessi e l’ambiente di cui facciamo parte.