Darsi una misura

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

Dare misura naturale alla dismisura umana. Questo il monito espresso in un incontro al Padiglione svizzero dell’Expo di Milano. In un incontro sulla rinaturazione delle acque, all’interno delle iniziative di Arge Alp per Expo, le attività del Trentino per valorizzare i corsi d’acqua e la risorsa acqua in generale sono risultate di particolare rilevanza. Così come le iniziative per l’educazione e la formazione in campo ambientale e paesaggistico.
Se per nurture si può intendere il processo di cura e sostegno alla nascita e allo sviluppo di qualcuno o di qualcosa, quel processo non solo è connesso strettamente alle culture e ai comportamenti situati, ma può probabilmente essere esteso e amplificato da azioni educative mirate. La rinaturazione, in questa prospettiva, si propone come un complesso di interventi atti al ripristino delle condizioni di origine di un ambiente naturale degradato, con particolare attenzione all’equilibrio dell’ecosistema. Gli interventi tecnici e le soluzioni normative, anche nelle esperienze delle altre regioni e degli altri paesi, risultano solo in parte efficaci se non sono integrati da azioni partecipative e educative. L’educazione dei bambini, degli adolescenti e degli adulti hanno lo scopo di intervenire proprio per cercare la misura naturale appropriata per contenere e ridefinire la dismisura umana. Tocca alle nostre generazioni, quelle che vivono ora, di assumersi la responsabilità di cambiare. Per cambiare bisogna in primo luogo prendere le distanze dalle abitudini consolidate con cui abbiamo ritenuto di poter vivere utilizzando risorse illimitate. Per l’acqua ciò vale in modo particolare. Nella rinaturazione dell’acqua è bene non trascurare che il futuro ha un cuore antico. Le forme tradizionali di utilizzo e valorizzazione dell’acqua nei territori alpini e le possibilità di innovazione per il futuro, richiedono di integrare forme tradizionali e tecnologie dell’accesso. L’educazione e la cultura possono divenire l’humus della tecnica. Come aveva intuito Aby Warburg: “Introdurre consapevolmente una distanza tra l’io e il mondo esterno è ciò che possiamo senza dubbio designare come l’atto fondatore della civilizzazione umana”. Quello spazio che con la distanza si crea può divenire la base di atti e processi creativi in grado di immaginare e realizzare un mondo basato sulla civiltà del limite e dell’appropriatezza. L’acqua come fonte di vita sarà valorizzata integrando la ricerca scientifica, i progetti tecnici e l’azione educativa. Darsi una misura diviene allora un compito primario e una scelta etico-politca del nostro tempo.