Raffaele Mauro su Erba Cedra e segreti amori di Ugo Morelli
Hic et Nunc “Erba cedra e segreti amori“ è un racconto di racconti di complessa struttura narrativa e di singolare resa letteraria. In esso agiscono tre protagonisti: un io narrante impersonale e sotteso; Giovannina, la protagonista palese ; l’Irpinia, terra di mezzo, luogo reale e teatro metaforico di una condizione umana sospesa tra l’assenza del tempo storico e l’improvviso irrompere del tempo presente. Se si utilizzano categorie interpretative e valutative del testo meramente analitiche, possono individuarsi direttamente le motivazioni e la struttura del racconto;le ragioni della sua qualità stilistica ; le mutue relazioni tra le storie e la storia che tutte le contiene. Ecco quindi i tre piani della narrazione: quello delle vicende a carattere individuale ( individuale-esistenziale) che riguardano i personaggi - una folla numerosa di volti, di passioni, di irrisolti destini ; quello a carattere sociale e politico – mai nelle forme dell’analisi o della denuncia, ma, per rapide notazioni fulminanti ed incisive; il piano, infine dell’accadimento straordinario – il sisma del ‘62- che stravolge la terra di mezzo e vi induce la mutazione antropologica che si dimostrerà, nei suoi esiti, irreversibile e fatale. La qualità dello stile motiva poi la perfetta simmetria tra le dimensioni diacronica e sincronica del testo, ovvero tra come il divenire della rappresentazione dei personaggi, dei concetti e degli ambienti si compendi unitariamente nel nucleo di senso del racconto. In altri termini, i mezzi adoperati nel narrare risultano coerenti con i fini della narrazione medesima, siano essi l’emergere della memoria, la connotazione sociale delle metamorfosi culturali , la sorte e la ventura della protagonista ed altro, e tutto ciò insieme, tanto che ne deriva la compiutezza dell’opera,nei termini di compenetrazione di contenuto e forma, che il lettore in pieno recepisce. Fin qui, in estrema sintesi , il risultato dell’approccio analitico con il quale si occulta, in questo caso come sempre, la natura e la genesi profonda della narrazione, nel sistematico esorcismo che l’invocazione di struttura e metastruttura testuale opera sullo specifico della creazione artistica, della cosa poetica e delle sue universali valenze, nel tentativo, con il tacerne, di negarne esistenza e valore. Fuori da questi schemi possiamo invece dire che “ Erba cedra e segreti amori “ segna nei modi compiuti di un racconto - “ il più alto genere di bellezza concesso ai cercatori di verità”-i conti con la memoria, quando questa si presenta , garante di noi stessi e di noi stessi parte , come luogo del ricordo interiore, come perdita , come dovere di testimonianza, in un atto spontaneo di creazione. La memoria, custode del ricordo , scongiura così i sortilegi della nostalgia e ricompone il mondo di dentro senza consolazioni o paure, fedele a quei volti, a quelle passioni, a quella natura della” terra di mezzo” e a quei destini che sono la viva sostanza - l’ordito - del racconto nel suo ethos e nel suo pathos. Innumerevoli risultano le emozioni che ciascuna pagina trasmette - e le riflessioni alle quali si è indotti - dalla evocazione e dalla descrizione di paesi senza tempo e della natura al volgere delle stagioni, tra nevi insanguinate, venti migranti e tersi orizzonti ; dall’irrompere del terremoto che segna la fragilità di un mondo , rimarca come un ancestrale monito il ricorrere delle fatalità e regge, come canone segreto, il narrare della natura, delle cose e degli uomini ; dal celarsi e dal disvelarsi dei sentimenti e degli istinti; dagli innumerevoli fili che legano gli uomini, la terra, la fortuna e la sventura , i giorni e gli anni del seminare e del raccogliere, del dire e del tacere. “ Erba cedra e segreti amori “ è tutta dentro la tradizione alta della nostra letteratura meridionale che riprende e rinnova . Vi ritroviamo infatti umori sanguigni il realismo, attraversato da scatti picareschi; la prosa sorvegliata e vigile , di per se riflessiva ; l’evento, per l’uomo assurdo e irragionevole , che sconvolge le esistenze, sempre resi con una lucida e, a volte, impietosa consapevolezza. Vi ritroviamo, altresì, il senso dell’umana ventura, sotto il segno della verità e della dignità dell’esistenza, rivendicata da Giovannina nella incoercibile aspirazione alla libertà delle proprie azioni e del proprio sentire, alla pienezza, cioè , della vita ,quali che siano le anguste contingenze di società e di storia. E’ questa la cifra universale di “ Erba cedra e segreti amori “, restituita- nell’urgere del ricordo da una terra di mezzo al manifestarsi di un evento straordinario- nei modi più vivi della scrittura e con gli esiti pieni della poesia. |