Rosanna Bruno su Erba cedra e segreti amori di Ugo Morelli

Hic et Nunc

Storie di uomini, donne, fatti ed avvenimenti, ricordi di un passato che ha impresso la memoria, lasciato esiti, condizionato scelte. Sensazioni e sentimenti di un tempo, di un altro tempo, che il terremoto del 62 ha spazzato via. Un mondo ed un tempo fatto di terra ed uomini, natura ed umanità. L’autore riprende il filo del tempo lo intreccia con i ricordi, le sensazioni, le cose narrate e lo rappresenta come uno splendido merletto che mostra il suo disegno. Ci riporta nel mondo di un passato recente, che scorre giorno per giorno cadenzato dalle stagioni, dagli umori e dagli amori degli uomini e delle donne dediti a solcare e zollare la propria e l’altrui terra. La terra d’irpinia è lo scenario su cui tutto si muove e sta ai suoi personaggi come il seno al neonato. Un mondo contadino dolce e crudele che viene scommattuto da donne e terremoto:
Le donne scommatono lu munn, come il terremoto.
Donne e terremoto hanno uguale responsabilità nel destino degli uomini.
Per i padri : Meglio pezzenti che avere figlie zite, così per le figlie meglio un matrimonio infelice che l’umiliazione di rimanere zitella perché nessuno ti ha voluto. C’è anche chi sceglie liberamente di non maritarsi , di sedurre- la strega- perché chi seduce irresistibilmente è una strega, esercita una sorta di maleficio cui nessuno può resistere, vale come discolpa per l’uomo. Da Eva, la colpa è delle donne, eppure spingendo Adamo che vegetava senza desideri a trasgredire aprì nuovi scenari .
La nostra capostipite vera è solamente Eva che ci ha passato istinto e volontà. Così la disobbedienza libera e domina:
non mi sarei sposata mai, una come me non è fatta per far da mangiare e pulire gli uomini, ma per averli quando li vuole “ .
Il suo corpo è la sua dote, l’avrebbe fatto fruttare!
Gestisce la sua sensualità a comando, padrona sicura delle voglie degli uomini, manovra il suo potere a volte celatamente a volte sfacciatamente . Libertà e dominio con l’arte più antica del mondo, l’unico vero potere per cui l’uomo-animale è disposto a tutto.
Chi comanda nel letto comanda pure in casa” così le donne libere avevano una chance: imparare ad intercettare e gestire le voglie, sottomettere con la sensualità, un modo di rendere la vita meno pesante, di diventare mantenute-padrone, con il tacito consenso delle consorti, addirittura salvamatrimonio quando dopo la figliolanza e con il passare degli anni la passione si spegneva e le mogli vivevano gli uomini come nfrattalietti fastidiosi ed insistenti per quel bisogno impudico di soddisfare le loro esigenze cui provvedeva l’altra, a patto che non facessero le sfrontate perché solo questa era la vera umiliazione. Cosi Filomena la Zingara con la seduzione riesce a distogliere Raffaele dal grano durante la trebbiatura e Rosina precipita nella graduatoria affettiva dopo il cane. Donne e amori poi non tanto segreti, di cui tutti parlano- in segreto- ma mamme dignitose e rispettabili quando si tengono e crescono i figli illegittimi, che sono sempre somiglianti ai padri per la legge naturale che rivendica l’appartenenza con la somiglianza. Una Femmina può essere facilmente una malafemmina ma quando diventa mamma non è mai una malamamma , la maternità restituisce la rispettabilità, assolve la colpa e ribalta il giudizio: non più strega ma vittima. L’uomo espia la sua colpa convivendo da estraneo con il proprio sangue e quando la beffa è atroce per giunta è il suo unico maschio.
La quotidianità fatta di lavoro, di bestemmie, di segreti amori oltre che dalle donne, viene scommattutta da un evento improvviso indesiderato temuto e destabilizzante, il terremoto : Niente sarebbe stato più come prima, dentro e fuori ….. Il terremoto è stato -ed è - uno spartitempo naturale così come la storia antica è stata sezionata in due tempi dalla nascita di Cristo, la storia recente dell’Irpinia è stata divisa e segnata dal terremoto, ogni generazione è nata prima o dopo un terremoto del 62, dell’80 ….Ogni venti trenta anni la nostra terra si scuote come un cane quando si scrolla di dosso le pulci, forse è un invito a fare meglio o forse una spinta ad andare via, l’unica certezza è che chi resta è un condannato e chi parte un disperato. Tutto quello di prima non serve più si cambia,- ciò che era non è e ciò che è non sarà –o per meglio dire si perde, non c’è raccordo fra i due tempi solo frattura, si cambia scenario. Il mondo delle origini passa in un istante, cambiano i luoghi, i profumi, persino i corsi d’acqua. E’ una discontinuità esistenziale che impone un cambiamento, che offre una scelta….
La scelta è sempre la stessa è rimasta la stessa e dopo il terremoto ancora di più o fai il servo dei potenti o te ne vai, negli anni chi aveva potuto solo scegliere di andare avrebbe imparato a sopportare la nostalgia ma non si sarebbe mai rassegnato a tornare! Così una terra tradisce i suoi figli ma nel contempo quando va bene crea per loro delle possibilità!
Anche chi resta ha delle possibilità :
I terremoti sono la fiera delle opportunità, un momento di cui approfittare per abbattere il vecchio e costruire il nuovo: le vecchie masserie lasciano il posto a palazzine fredde d’inverno e calde d’estate troppo grandi per contenere una solitudine, edifici della speranza di ritorni improbabili obelischi a testimonianze di conquiste inutile.
Così tutto è cambiato, oggi i nostri paesi hanno una architettura che si è rinnovata ad ogni terremoto, occasione per disfarci di un passato ingombrante, povero e doloroso, fuori moda, di terremoto in terremoto siamo diventati orfani del nostro passato contadino, di cui ci vergogniamo, dei nostri borghi, delle nostre chiese, dei nostri mobili, abbiamo barattato il vecchio con il nuovo, perché il vecchio porta il segno della vergogna e della colpa.
Il vecchio è brutto! La bellezza salverà il mondo!
Noi non ci siamo salvati semplicemente perché nessuno ci ha insegnato cos’è la bellezza!
Quello che abbiamo imparato da soli è che la bellezza è un concetto fragile, la bellezza è fugace, illusoria, conosciamo bene la vergogna, ci hanno insegnato lo scuorno, la vergogna del giudizio anche quando è falso e proviene da impostori della verità e della dignità, la vergogna del fallimento, della diversità, della malattia, della povertà, di essere cafoni ed analfabeti, di essere figli di questa terra di mezzo, la vergogna è il nostro peccato originale, la madre di tutte le colpe.
La consapevolezza di non essere innocenti aumenta il senso di colpa e la deresponsabilizzazione è l’unico antidoto per sopravvivere a se stessi, per questo si è predisposti a credere alle speranze, alle promesse, al destino. Il futuro è già scritto e non si muta : chi progetta una possibilità di cambiamento sfida il corso naturale delle cose, viene scoraggiato perché è un traditore della disperazione, ostacolato perché caso mai riuscisse rinfaccia l’inerzia, chi riesce ha avuto solo fortuna. Il successo è frutto del malaffare o della fortuna, che si cerca spesso lontano!
Terra lasciata da chi se n’è andato per cercar fortuna; terra rimpianta dai rimorsi se lontana, ma mai apprezzata se vicina. Terra di vergogne e di colpe che ti trascina in un inguaribile malinconia …
Resta solo chi è incatenato! Per amare questa terra la devi toccare, pettinare, fecondare vuole il tuo sudore, la devi vivere, ti vuole accanto e ti vuole solo per sé, lo hanno fatto i nostri nonni ed i nostri padri, l’amore per la propria terra ha vinto il tempo e le sciagure, oggi sono faro e sentinelle che vegliano ricordi e dolori. Sono rimasti soli con la loro strega, che reclama il suo contatto quotidiano, un lavoro infruttuoso e logorante ma che viene prima di tutto, marchia e scolpisce i corpi, deforma gli arti, annoda le mani, segna i volti, divora voracemente bellezza e gioventù. Un richiamo più forte della salvaguardia della propria salute, della propria esistenza, della propria vita! Questa testimonianza forte grida alle generazioni che seguono che le radici dell’anima sono nei luoghi dove restano i tuoi e che la tua terra è dove hai scavato per seppellire i tuoi morti.
Donne e terre, passioni e terremoti scummatton lu munn, fratturano il tempo, bisogna riannodare passato e presente per costruire il futuro, riconoscersi, ritrovarsi nell’amore per i propri luoghi, perché solo se c’è amore c’è cura, rispetto e partecipazione solidale al destino di essi .
Come l’Erba cedra sopravvive solo dove è rimasta protetta spesso dall’incuria, l’amore vero sopravvive nel segreto dell’animo, in tutto ciò che si vede, l’edera selvatica ha vinto l’erba cedra come la vergogna sui sentimenti. Questo libro insegna a non negare, a non coprire, insegna che la bellezza è nella verità, nel coraggio, nella libertà, nell’amore che vive nel profondo di ognuno di noi!


Erba cedra e segreti amori