Luca Mori su Erba cedra e segreti amori di Ugo Morelli

Hic et Nunc

Per chi conosce la ricca produzione saggistica di Ugo Morelli, questo libro costituirà un’imprevedibile sorpresa. Per chi non la conosce, potrà essere l’occasione di incontrare un autore la cui mano sa toccare in modi molteplici la materia delicatissima e al tempo stesso incandescente di cui sono intrecciate le nostre vite.

La scrittura coinvolge il lettore in un viaggiare sospeso su luoghi e tempi che combinavano con singolare intensità la durezza di una vita attaccata alla terra e il rassicurante sentimento di continuità garantito dalle logiche della tradizione con la forza prorompente e angosciante della bellezza, con il tumultuoso e segreto pulsare di desideri e passioni sommersi, come quelli che la protagonista del racconto governa con maestria.

Anche se il racconto riguarda un piccolo borgo dell’Irpinia, in un mondo sul punto di andare in frantumi, chi come me ha avuto la fortuna di fare esperienza della vita caratteristica della dimensione di un piccolo paese ritrova il senso del raccontare, le superstizioni, i riti, le preoccupazioni, le priorità, le rassegnazioni, le paure le gioie, le figure di vecchi legati ai tempi dell’agricoltura e dell’allevamento, del lavoro fatto a mano, dell’odore e della consistenza delle cose raccolte dalla terra o dagli alberi, dei fienili e del bosco e di tutto il resto: la scrittura sa generare l’illusione di rivedere e risentire quello che fu, dando consistenza vibrante al ricordo ed evocando associazioni tra il mondo raccontato e le esperienze del lettore, anche se queste restano molto lontane dai sapori e dai colori unici della terra di cui racconta Morelli, dai suoi aspetti più duri, dalla tragedia del terremoto.

Tra le cose che porto con me, terminata la lettura, c’è il monito di Olimpio, così limpidamente formulato: «bisogna vivere alla frontiera di quello che siamo capaci di cercare». Lo leggo come un invito al gusto di sperimentare la soglia delle proprie possibilità: un esplorare la soglia che può trasformare e ampliare la nostra stessa capacità di cercare. La frase di Olimpio riceve il suo senso più pieno dalla trama in cui emerge, ma forse vi si può trovare anche una sintesi di uno degli aspetti su cui si concentrano la ricerca e la produzione saggistica dell’autore: la questione del “senso del limite” che ancora dobbiamo apprendere, come specie, e la “tensione rinviante” che ci caratterizza. Per chi, dopo la lettura di “Erba cedra e segreti amori”, volesse approfondire questi aspetti della riflessione di Ugo Morelli, consiglio anzitutto i libri “Mente e bellezza”, “Mente e paesaggio” e “Contro l’indifferenza”.

Erba cedra e segreti amori