Integrare la cultura e favorire lo sviluppo

Di Ugo Morelli.

Hic et Nunc

Se il presidente uscente del Mart saluta il Trentino con un invito a integrare l’offerta culturale dal punto di vista della governance, ci sarebbe perlomeno da prestargli attenzione. Franco Bernabè, infatti, commentando l’anno positivo che il Mart si lascia alle spalle propone di pensare alla possibilità di avere un unico consiglio di amministrazione per i musei trentini. Questo mentre, tra l’altro, alla Galleria Civica a Trento s’inaugura la mostra “Chiamata a raccolta”, proponendo un progetto che combina e innova, che sollecita dialoghi e sviluppa prospettive. L’esperimento della Galleria Civica è già un buon esempio dell’integrazione dell’offerta culturale. Una governance integrata potrebbe in primo luogo favorire l’emergere di una strategia unitaria capace di allocare più efficacemente le risorse e di favorire un maggiore riconoscimento esterno e interno della proposta culturale trentina. Quel riconoscimento è oltremodo necessario. A livello interno gli investimenti in cultura si dimostrano decisivi per innalzare il livello delle conoscenze, l’humus in cui possono svilupparsi creatività e innovazione e, complessivamente, il patrimonio cognitivo della popolazione, che è oggi, forse, il patrimonio più importante. A livello esterno il riconoscimento si collega al turismo, alla percezione e rappresentazione del Trentino, alla sua capacità di attrazione. In entrambi i casi sono evidenti le implicazioni e gli effetti sociali ed economici della cultura. La frammentazione ostacola e vanifica quegli effetti; essa alimenta il localismo e l’urgenza di mostrare la propria funzione e la propria originalità, non tanto all’esterno e alla comunità, quanto in concorrenza con le altre istituzioni culturali. Si tratta di una tendenza che è presente in ogni manifestazione dei gruppi e delle istituzioni umane. La coalizione interna e la disposizione a fare rete e a collaborare emergono solo se si creano le condizioni che le incentivano e le regolano, e se un obiettivo esterno le favorisce. Certo un obiettivo di rete non nasce dal nulla. Ci vuole una strategia comune. Ecco allora la funzione di una governance unitaria che faccia in modo che il bene pubblico e comune venga prima dell’interesse della singola istituzione, e che quest’ultimo dipenda dal primo. Vi è una ragione ancora più ampia e profonda per considerare con attenzione l’importanza di una strategia unitaria nella cultura in Trentino. La crisi ha messo in evidenza il fallimento della visione e delle prassi neoliberiste. La stessa Commissione Lavoro e Affari sociali del Parlamento Europeo ha appena rimesso al centro la protezione sociale e il valore del lavoro e della cultura come fattori decisivi di sviluppo. Il Financial Times ha scritto in proposito che “il cielo e la terra hanno cambiato posto”. L’auspicio è che il Trentino sia pronto a questa svolta. Coordinare la cultura, investire per valorizzarla, integrare l’offerta e finalizzare gli investimenti, vuol dire, quindi, guardare a una solida premessa per un nuovo modello di sviluppo.