Mentalità e legalità: La crisi della vergogna Di Ugo Morelli. Archivio Sezione Hic et Nunc Dice Gasparri, ministro della Repubblica Italiana, che la destra ha applaudito il deputato Di Girolamo nel momento delle dimissioni in Parlamento, per un’attenzione al lato umano dell’evento e della persona. Ora, ci sarebbe importante sapere qual è il lato che umano non è della faccenda in corso. “Nulla di ciò che umano mi è estraneo” aveva detto il poeta latino Terenzio. Stando alla media dei comportamenti dei politici indagati che siedono nelle due camere, l’originalità umana di Di Girolamo è quella di aver negato ogni cosa fino a quando prove schiaccianti non lo hanno costretto a dimettersi. Non è in discussione qui la sua colpevolezza, che è materia della magistratura, ma la coerenza e la responsabilità. Appena è emerso lo scandalo, Di Girolamo si è dichiarato sorpreso ed estraneo. Si è dimesso solo quando non ha potuto fare diversamente, scaricato dai suoi sodali compagni di strada e di partito. Non si tratta, perciò, verosimilmente, del lato umano, ma di un certo modo di intendere il lato umano, di quel modo, cioè, di intendere l’umano che ci viene proposto come modello di vita e che sta distruggendo la nostra stessa identificazione comunitaria che si riconosceva, prima, in principi solidaristici e comunitari, appunto, come indicano i primi articoli della Costituzione Repubblicana. Costituzione che viene usata per farsi eleggere, salvo trasgredirla con i comportamenti effettivi in circa ogni cosa che si fa da quando si è al governo. Tutto ciò sta accentuando l’individualismo e l’egoismo autointeressato e sta abbattendo ogni senso di vergogna. La cosa che appare in tutta evidenza è che gli interessati sono in buona fede quando non si vergognano. Quella buona fede si propone come credibile e diviene credibile. Nonostante le intenzioni, diventa necessario uno sforzo deciso e un investimento importante per riconoscere che sarebbe necessario vergognarsi, tanta è la certezza esibita di essere comunque nel giusto. È necessario un tenace conflitto con l’informazione e l’indifferenza dominanti per far emergere il fatto che non solidarietà per chi soffre si chiama quell’applauso, ma omertà. In questo paese si sa bene di cosa si tratta. Se avevamo bisogno di una prova che la mafia fosse arrivata in parlamento, l’ incapacità di vergognarsi e di tacere ce l’ha fornita.
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