Mente e bellezza di Ugo Morelli Archivio Sezione Hic et Nunc A lungo la nostra specie ha considerato la creatività e l’innovazione un accessorio, pur praticandole e dipendendo da esse per ogni presente e ogni futuro. Una dipendenza tacita, che dovrebbe divenire consapevole e riconosciuta nel momento in cui le nostre possibilità di presente e di futuro appaiono evidentemente legate alla capacità che avremo di usare in modo creativo e innovativo la conoscenza nella nostra esperienza di vita e di lavoro. Avvertiamo la pressante domanda di uno sguardo innocente e originario sul mondo. Uno sguardo capace di un’innocenza come la intendeva William Blake: una nuova illuminazione che segue l’esperienza. Capace di andare finalmente oltre il senso di saturazione che vincola oltremodo la nostra vita al conformismo del presente e ostacola la nostra immaginazione. Un’innocenza primordiale, non effetto della nostalgia del passato, ma figlia del riconoscimento di quella che è la nostra prima possibilità. Quella prima possibilità che sta prendendo forma sotto i nostri occhi proprio in questo tempo e di cui non sempre ci accorgiamo. La terra vista dalla luna ha suscitato uno sguardo innocente e primordiale, inedito. La potenza autodistruttiva delle armi atomiche ha generato una difficile ma palese coscienza del limite delle forme di elaborazione della nostra aggressività. La planetarizzazione dell’informazione ha sfidato e sfida la nostra capacità di contenere simultaneamente il mondo intero. La neutralizzazione del tempo e dello spazio ci offre per la prima volta la possibilità di scegliere come viverli. La consapevolezza della finitezza delle risorse ci pone innanzi la scelta relativa al loro utilizzo. L’appartenenza alla stessa specie e la prova dell’inesistenza di una gerarchia delle razze ci propone una responsabilità inedita riguardo alla coscienza di una comune appartenenza e di un comune destino. Possiamo riconoscere per la prima volta la nostra infanzia simbolica: da quarantamila anni circa creiamo rappresentazioni di noi stessi e del mondo per soddisfare la nostra ricerca di senso e significato e il nostro desiderio estetico. L’autoelevazione semantica cui siamo giunti con l’evoluzione ci offre per la prima volta la possibilità di scegliere come inventarci e quale creazione di noi stessi e delle nostre forme di vita vogliamo darci. Sappiamo oggi che la nostra mente è incorporata e inculturata e che noi,come specie, non siamo sopra le parti ma parte del tutto vivente, strettamente interdipendenti biologicamente ed esistenzialmente con le altre specie viventi e con la natura. Per la prima volta possiamo lavorare con l’educazione per orientare la nostra mente incarnata e plastica verso una inedita valorizzazione delle nostre distinzioni specie specifiche, con particolare riguardo al linguaggio verbale, alla coscienza di essere coscienti e all’esperienza estetica e creativa. Un’attenzione diffusa e approfondita all’esperienza estetica e creativa e alla sua educazione può generare una nuova cultura dell’innovazione con rilevanza:
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