Paesaggio: Segnali interessanti

Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc

“La ripetizione è il metodo con cui il miracoloso diventa parte della vita quotidiana”, scrive Amitav Ghosh, il grande scrittore anglo-indiano, nel suo ultimo libro, Il fiume dell’oppio. Almeno due sono i significati che si possono attribuire a questa riga di grande intensità. Essa ci dice qualcosa dei modi con cui facciamo diventare sacro quel che si ripete e ripetendosi regolarmente ci meraviglia; ma ci dice anche che ripetendo più e più volte una proposta, un pensiero, possiamo ottenere un esito che all’inizio sembrava difficile o impossibile. Sembra che sia accaduto qualcosa del genere a Carisolo, in val Rendena. Ci siamo già occupati della questione su questo giornale e vale la pena tornarci perché un piccolo caso può fare scuola. A volte una rondine può far primavera. La memoria ha senz’altro anche una funzione amplificatrice o distorcente, ma serve a trovare la via. Ebbene, la notizia è che il TAR, il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto il ricorso della società che per l’ennesima volta, e opponendosi alle scelte della Provincia Autonoma, voleva costruire un albergo all’inizio della Val di Genova, in località Madonna del potere di Carisolo. Più interessante della decisione è il contenuto della sentenza. Al centro della decisione vi è il riconoscimento di “un contesto di buon valore paesaggistico-ambientale” che rende “inaccettabile la localizzazione di nuovi fabbricati in area agricola sostanzialmente integra per due fattori: il primo è che si va a costituire una testa di ponte dell’edificato reiterando la logica dell’occupazione progressiva dello spazio aperto senza riferimenti alle matrici insediative, il secondo invece attiene all’organizzazione dei flussi di traffico convogliati su una rete viabilistica modesta (confermata senza potenziamenti) inadeguata a tale previsione e che certamente altererebbero negativamente il contesto rurale. In sostanza, la Giunta provinciale, secondo il TAR, ha scelto di porre al centro la propria strategia di governo e di curare “un’operazione di riordino urbanistico-edilizio e paesaggistico in ordine agli aspetti di necessario contenimento della crescita quantitativa e dello sviluppo per converso della qualità insediativa e della valorizzazione ambientale. Ora, questo compito di tutela paesistica ed ambientale è particolarmente rilevante nell’ambito della Provincia di Trento, caratterizzata, da un lato, dalla scarsità del territorio, in buona parte interessato da rilievi montuosi e, dall’altro, dalla incomparabile pregevolezza dello stesso”. A volte le sentenze parlano più chiaramente dei filosofi e degli educatori e più schiettamente di chi amministra. Se il paesaggio è il bene più prezioso nelle mani di una comunità locale, a proposito di esso bisogna fare sul serio, dice la sentenza. Una situazione locale apparentemente piccola può costituire un motivo di importante riflessione in quanto richiama almeno tre aspetti decisivi. L’esigenza di rivedere il modello di sviluppo per porre effettivamente al centro il trinomio ambiente-territorio-paesaggio; la rilevanza del rigore di chi governa, in questo caso l’Assessorato Urbanistica della Provincia; il valore inestimabile della partecipazione responsabile dei cittadini che, costituitisi in comitato, all’inizio segnalarono il caso.