Azzardo morale

Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc

Corro dei rischi non ponderati e se le cose vanno male qualcuno mi salva. Non pago le tasse, tanto gli altri le pagano e i servizi come la scuola e la sanità li ho lo stesso. Appartengo a un sistema federato di imprese e commetto gravi errori di gestione per avventatezza, tanto alla fine il sistema assorbirà i danni. I sistemi di salvezza, se sono pubblici, drogano la società, l’economia, il mercato. Possono derivare direttamente da enti pubblici o appartenere al bene comune, ma comunque quei sistemi di salvezza sono ricchezza sociale proveniente dai contribuenti che rispettano le regole, che è utilizzata a favore degli opportunisti. I processi descritti rientrano in quello che si chiama “azzardo morale” e si verifica sia nei comportamenti individuali che in quelli delle imprese, ma può divenire un modo di pensare e di agire in un’intera comunità. Può comportare costi sociali elevati basati sulla socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei vantaggi. Se si tratta di episodi marginali che riguardano casi sporadici o una minoranza della popolazione, siamo di fronte certamente a costi che incidono sul bene comune, ma in maniera contenuta. Se invece l’azzardo morale si diffonde e diviene comportamento diffuso tra gli individui e le imprese, possono esserci conseguenze molto gravi per una intera società anche a causa della cultura opportunistica che si afferma. In particolare, due costi indiretti, oltre a quelli diretti e facilmente comprensibili dell’azzardo morale, sembra importante sottolineare. Il primo riguarda la crisi della fiducia reciproca. Il secondo è relativo alla crisi della disposizione a investire e impegnarsi direttamente migliorando le proprie competenze e i propri mezzi, in quanto ad avere successo è l’opportunismo e non la capacità. Nell’azzardo morale possono agire con intenzione di dolo, sia soggetti privati che pubblici. Quello che interessa in particolare, però, per certe dinamiche che si sono verificate e si verificano anche nella nostra realtà, non è solo il dolo, ma gli esiti non desiderati ma effettivi di un modo di agire affine all’azzardo morale. Ogni volta che un sistema federativo o un ente pubblico interviene per salvare chi ha agito impropriamente e, spesso, irresponsabilmente, di fatto finisce per alimentare l’azzardo morale e i comportamenti opportunistici. Non solo: crea inoltre ingiustizia sociale e addormenta la società e l’economia, in quanto non agisce per selezionare e escludere le scelte inopportune e incentiva, tollerandole, le azioni contrarie al bene comune. Con i tempi che corrono e con l’esigenza di rinnovare il legame sociale e la fiducia, condizioni indispensabili per affermare un sentimento collettivo di giustizia sociale e veri fondamenti di un futuro civile e appropriato, è decisivo agire per limitare e, possibilmente, eliminare possibilità di praticare comportamenti inopportuni.