La Giornata della Memoria No alla Kippà di ordinanza di Ugo Morelli Archivio Sezione Hic et Nunc Ogni anno, una volta all’anno, si rinnovano i rituali della cosiddetta “giornata della memoria”. Quello che non sempre si fa è considerare che il modo più efficace per onorare la memoria è connetterla al presente. La responsabilità e la dignità della memoria si verificano sul terreno e sulle questioni del presente. Quello che la “giornata della memoria” dovrebbe ricordare e attualizzare è ciò che noi esseri umani siamo capaci di fare quando identifichiamo qualcuno o intere categorie sociali come se fossero nemici e pericolosi solo perché esistono. Bisognerebbe collegare l’organizzazione, le norme, le tecniche di emarginazione, di esclusione e di sterminio del popolo ebraico, degli zingari e degli omosessuali, con le azioni e le scelte politiche, con le parole e i gesti attuali, che generano odio, respingimenti, esclusione e linguaggi xenofobi e razzisti. Per avere il diritto di ricordare è necessario guadagnarsi quel diritto con comportamenti coerenti al presente e ai rischi di caduta di civiltà a cui siamo esposti. La memoria umana, infatti, può essere intesa in molti modi e le scienze che se ne occupano ci vengono in aiuto. Vi è un modo di pensare alle vie con cui ricordiamo che è molto diffuso nel senso comune. Si pensa che vi siano una serie di “cassetti” in cui depositiamo ciò che ci accade nel tempo e che, quando serve, possiamo prelevare quello che vogliamo. Si pensa, inoltre, che ritroviamo ogni ricordo intatto in grado di rispecchiare ogni evento così come ci era accaduto. Un altro modo di considerare la memoria riguarda la capacità o meno di ricordare e, come è noto, spesso la memoria viene identificata del tutto con la stessa capacità di apprendere. Le cose però non stanno proprio così. Noi ricordiamo non come se fotografassimo una certa realtà o come se ne rivedessimo il film girato tempo prima. Il nostro, per usare l’espressione di uno scienziato premio Nobel, Gerald M. Edelman, è sempre un “presente ricordato”. Riscriviamo il passato continuamente, alla luce della realtà del presente che stiamo vivendo. Quella riscrittura può rischiare di svuotare il senso degli eventi che si vogliono ricordare o celebrare. Il valore fondamentale della storia e della memoria dello sterminio degli ebrei da parte nazista e con l’appoggio delle leggi razziali del fascismo italiano, deve essere un costante tema di attenzione e di riflessione. Sia a livello locale che nazionale, proprio per il valore della memoria e del suo funzionamento, sarebbe importante evitare le kippà di ordinanza, come ha detto Moni Ovadia, soprattutto quando i comportamenti attuali sono orientati all’esclusione e al razzismo. Se vogliamo essere degni della memoria è necessario che agiamo in base ad essa ogni secondo di ogni minuto di ogni giorno di ogni anno. |