NON DI SOLO PANE. A proposito del documento per la Bellezza e il Paesaggio
Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc
Quando si parla di bellezza o ci si meraviglia o si storce il naso. Nel primo caso perché viene in mente qualcosa di straordinario, di lontano dalla vita di ogni giorno. Nel secondo caso perché la bellezza, soprattutto per chi mette al centro solo i beni materiali e ha una visione economicistica, sembra una questione secondaria e, in fondo, accessoria. Eppure la bellezza è sostanziale nelle nostre vite e può essere un viatico per scegliere in questo tempo di crisi. Proviamo a capire di cosa si tratta, oltre le edulcorate accezioni del termine. La bellezza emerge e si esprime nell’interdipendenza circolare tra almeno quattro fattori: la relazione tra le persone; la forma; lo spazio; il tempo. Nelle relazioni che ci fondano come esseri umani, nei nostri mondi affettivi, ognuno di noi sa quanto conti tutto quello che ci aiuta a stabilire un buon rapporto tra il nostro mondo interno, quello che pensiamo e sentiamo di noi, e il mondo esterno. Esperienze di noi sufficientemente buone e compiute dipendono dalla bellezza di quelle relazioni. Allo stesso tempo noi percepiamo e incorporiamo le forme del mondo intorno a noi e, interiorizzandole, ci formiamo in temperamento e personalità. Lo spazio di vita e la sostanzialità del paesaggio sono, quindi, determinanti. Tutto questo avviene nella contingenza delle nostre esistenze, nei tempi delle nostre vite. La dimensione concreta, esistenziale e politica della bellezza, merita perciò attenzione. È quello che si sono proposti i sindaci di alcune città italiane, proponendo a tutti i colleghi, attraverso Legambiente, il manifesto per la Bellezza e il Paesaggio, che sarà presentato a Bari all’inizio di dicembre, in occasione del congresso nazionale. Basterebbe l’attacco del manifesto per comprenderne la portata: “La bellezza e il paesaggio, la ricchezza e la qualità del patrimonio artistico, archeologico e architettonico, l’originalità e l’importanza della ricerca culturale e della tradizione musicale, teatrale, della moda e più in generale della creatività fanno dell’Italia un Paese unico al mondo. Il diritto alla bellezza e la tutela del paesaggio costituiscono una delle missioni irrinunciabili della Repubblica italiana, risultato di un’identità millenaria e riconosciuta nel dettato costituzionale”. Il diritto alla bellezza e al paesaggio sono strettamente connessi alla qualità della vita sociale e economica e al valore della libertà. Considerando che a questo manifesto programmatico i comuni possono aderire, prima con i comportamenti effettivi e poi con la partecipazione formale, non sarebbe male se un segno venisse dai nostri comuni più grandi, ma anche da quelli più piccoli. Non sarebbe male se la cultura fosse considerata di fatto la nostra seconda natura, in senso ampio e profondo. Anche riconsiderando scelte incomprensibili che si stanno facendo in questo giorni. Stiamo scegliendo se avere o no un futuro di qualità sociale per i residenti e di vivere in luoghi e paesaggi attraenti anche per chi li visita.
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