Educare al conflitto ed alla convivenza
Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc
"Sarebbe una buona cosa, Agatone, se la sapienza potesse scorrere da chi ne ha di più a chi ne ha di meno, soltanto che ci si mettesse uno vicino all'altro,...". L’auspicio di Platone nel Simposio, per quanto nobile, rimane tale. Non solo ci vuole impegno e fatica per condividere la conoscenza, ma ogni processo di apprendimento e di per sé un processo anche conflittuale, dove punti di vista diversi si incontrano e confrontano e saperi consolidati vengono messi in discussione da nuovi saperi da acquisire. Allora ben venga che alcune scuole trentine si mettano a lavorare proprio sul conflitto: da quello della conoscenza e dell’apprendimento, appunto, a quelli che interessano tante parti del mondo per ragioni di interesse, culturali o identitarie e politiche. Il C.F.P. Enaip di Tesero, Il C.F.P. Enaip di Villazzano e l’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche presentano il 29 novembre il risultato del proprio lavoro in un’iniziativa dal titolo Oltre il Conflitto
, che comprende una Mostra fotografica di Marco Longari e una tavola rotonda sul tema del conflitto
a cura di Thomas Pilati, presso Le Gallerie a Piedicastello, Trento. Il progetto nasce con l’intento di educare al conflitto e stimolare una riflessione sulle dinamiche dei conflitti contemporanei e sul cammino culturale che la nostra società deve intraprendere per una loro possibile risoluzione pacifica. Al progetto hanno preso parte, sotto la guida di diversi docenti, gli allievi degli istituti, creando un percorso che comprende un’esposizione fotografica, una conferenza/dibattito sul tema dei conflitti contemporanei e un catalogo monografico interamente progettato e realizzato dagli studenti. L'immagine della guerra a cui siamo abituati è una rappresentazione spettacolare e sempre più lontana dalla realtà che non esprime quello che succede veramente tra le righe del quotidiano. Le fotografie di Longari si distinguono perché mostrano il lato più angosciante della guerra, un sentimento di sofferenza che ci affligge e appare assurdo perché la speranza di una soluzione pacifica spesso sembra remota. Longari preferisce stare a contatto con le persone che subiscono le conseguenze e la cruda realtà dei combattimenti, mostrando le fotografie scattate in dieci aree che ha visitato durante la sua permanenza in Africa, Medio Oriente e nei Balcani. Le sue immagini raccontano una vita che scorre: il fermento della piazza, la quotidianità di un campo profughi, lo svolgersi di una manifestazione di protesta, mostrando il rischio che la guerra sia diventata ormai un’abitudine. La dimensione macro dei conflitti e il loro degrado in guerra ha fornito e fornisce l’occasione per apprendere che è solo una buona elaborazione del conflitto nella microesperienza della vita quotidiana, e soprattutto nei luoghi di apprendimento, che può aiutare ad evitare l’antagonismo distruttivo. Ciò vale sia nelle nostre relazioni interculturali, sia nelle esperienze di apprendimento e conoscenza, sia nell’educazione ad una cittadinanza all’altezza della nostra contemporaneità.
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